<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Pedemonte

Oscar, giro d'Italia a piedi: «La libertà è la mia forza»

di Giovanni M. Filosofo
Il giovane è partito da casa che aveva 18 anni, ne ha compiuti 19 lungo il cammino che conta di completare tra gennaio e febbraio

Dalla natìa Brancafora, confine con l'agognato Trentino, fino a Trieste; di lì, un percorso a "zig zag" tra Alpi, e Dolomiti, toccando le prime propaggini degli Appennini. È il tragitto fatto in questi mesi, interamente a piedi, da Oscar Danielli. Quando il primo maggio è partito da casa aveva 18 anni. Per strada ne ha compiuti 19.

Lo scopo di Danielli: percorrere tutta Italia, isole comprese

Il suo intento è di percorrere tutta l'Italia, grandi isole comprese. Un viaggio, a tappe giornaliere di 30-35 chilometri, con l'intermezzo di qualche sosta. Ieri si trovava a Genova, ed era sceso dai monti liguri per visitare la città. «Ogni tanto - dice, intercettato al telefono - mi prendo una pausa rigenerante. In tre settimane avevo attraversato la Val di Susa. Era necessario fermarsi». Il giovane, fin da Trieste sta seguendo il "Sentiero Italia", ideato dal Cai per escursionisti che vogliano attraversare la penisola, e pure la Sicilia e la Sardegna, compiendo 7 mila km.

Il "Sentiero d'Italia" è il percorso più lungo al mondo

«È il percorso escursionistico più lungo al mondo, tutto in quota - afferma Oscar - perché è bellissimo vedere l'Italia dall'alto. Mi affascinano le montagne, la gentilezza della gente che incontro per strada, la biodiversità: le montagne sono le più alte d'Europa; le Dolomiti, i monti più belli del mondo; i mari del sud sono azzurri più del cielo; la cucina è unica per sapori e aromi. E, poi, c'è la storia, la cultura...».

Ha lavorato 2 anni come fabbro per pagarsi il viaggio

Parole che stupiscono, in un ragazzo che ha lavorato due anni come fabbro, in una ditta, guarda caso, di ancoraggi per l'arrampicata. Lo scopo? Mettere da parte i soldi per pagarsi il viaggio. Un sogno, a lungo cullato, che lo ha spinto a rinforzare il proprio fisico con massacranti allenamenti, con scalate, lunghe camminate e dure sedute in palestra.

La madre di Danielli è di Pedemonte

«Oscar è sempre stato determinato», aveva confidato papà Luca, nato a Trento, ma residente a Brancafora da almeno 30 anni, avendo sposato Bertilla Longhi, di Pedemonte. «Anche Samantha (l'altra figlia, ndr), lo è. Ora si trova a Chicago. Noi li abbiamo lasciati liberi di seguire i loro sogni e le scelte personali. Quando Oscar ci ha espresso il desiderio di partire, gli ho chiesto se per i soldi avesse bisogno di uno sponsor, col nome magari bene in vista nell'attrezzatura. Ma, lui, ha subito rifiutato, dicendo che voleva farcela con i suoi risparmi, che gli servono per comprarsi da mangiare e bere. Nelle foto che invia ci appare veramente felice. In una si vede una marmotta che, curiosa, gli annusa i piedi».

La necessità di completare una sfida con sè stesso

Da Genova il giovane mette a fuoco altri aspetti psicologici che lo hanno spinto a compiere tale "impresa", che lui ama definire "avventura". «Sono molti - dice - la passione per l'alpinismo e l'escursionismo; l'ansia di libertà; la necessità di una sfida per me stesso. Oggi si vive in maniera relativamente facile, dimenticando importanti valori. Abbiamo un tetto sulla testa, pasti caldi, riposiamo in un letto soffice. Per me sono lussi, rispetto al viaggio, che, invece, ti impone di essere quasi sempre solo, di dormire in una tenda, se non trovi un bivacco, un rifugio o una casa ospitale, di dover cercare l'acqua, per bere, o di procurarti del cibo, scendendo a valle».

Danielli: «Il pericolo è il pensiero negativo della mente»

La domanda comune è se non hai mai paura durante il tuo itinerario. «La realtà è - risponde Oscar - che i pericoli non sono i lupi, gli incidenti, i malintenzionati, ma i pensieri negativi della mente, che ti dicono di tornare a casa, per vivere in maniera più comoda. Poi, incontri uno stambecco che si lascia accarezzare sul muso, come mi è accaduto in Val d'Aosta, e capisci che ormai fai parte anche tu del loro mondo: libero e naturale. Così, vai avanti». Il giovane-uomo ha ben chiari i suoi prossimi obiettivi. «Prevedo di finire il viaggio, arrivando in Sardegna tra gennaio e febbraio. Poi, non farò come tanti, che prendono subito l'aereo per tornare in fretta. Mi guarderò attorno, e ci penserò».

Suggerimenti