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Il caso

Pedemonte punta al Trentino: «È quella la nostra vera terra»

di Giovanni Matteo Filosofo
A 15 anni dal referendum il comitato che chiede di cambiare provincia torna alla carica . La richiesta portata all’assemblea dei consigli provinciali di Bolzano, Trento e Innsbruck

Non solo non ci pensa a mandare i propri bambini a scuola a Valdastico, ma Pedemonte punta a tornare in Trentino. E vive come qualcosa di più di un “contentino”, anzi, la considera un passo avanti, nel complesso iter per tornare alla casa-madre, l’apertura del presidente del consiglio della Provincia di Trento, Walter Kaswalder, che si è impegnato a invitare i rappresentanti civici e pubblici di Pedemonte alla prossima seduta dell’assemblea Dreier Landtag di Riva del Garda. A smuovere le acque era stato Alberto Baldessari, coordinatore del comitato “Torniamo in Trentino”.

Quindici anni fa il referendum per tornare in Trentino

A ormai 15 anni dall’inequivocabile esito del referendum con cui nel marzo 2008 la gente del paese valligiano aveva espresso la volontà di essere riannessa alla regione trentina, dopo essersene dovuta staccare, con Casotto, per una legge fatta dal regime fascista nel 1929, Baldessari aveva chiesto a Kaswalder di porre rimedio ad una «palese situazione discriminatoria rispetto a Cortina». A quest’ultima da vari anni era stato concesso un posto di “osservatore” all’interno del Dreier Landtag (l’assemblea che periodicamente riunisce i consigli provinciali di Trento, Bolzano e Innsbruck), col mandato di rappresentare anche i limitrofi Comuni di Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana. 

La richiesta di un incontro per discutere la questione

La richiesta di un incontro è stata accolta. Il presidente Kaswalder ha ricevuto nel palazzo della Regione lo stesso Baldessari, accompagnato dall’attuale sindaco di Pedemonte, Roberto Carotta, da Bruno Scalzeri (sindaco-decano per 44 anni) e dall’assessore Mario Longhi.
Assieme a loro, pure i sindaci di Valvestino e Magasa, paesi bresciani, tutti uniti nel perorare la causa di una loro doverosa presenza al Dreier Ladtag, nel nome della comune appartenenza storica al territorio dell’impero austroungarico. Sentite le loro ragioni, Kaswalder, che non ha mai nascosto di perorare la causa per il loro rientro in Trentino, si è impegnato ad invitarli alla prossima seduta.

«Quanto ottenuto – afferma Baldessari – è molto importante nel lungo cammino del ritorno alla nostra terra. Volevamo un incontro ufficiale con le massime cariche istituzionali sia dei nostri tre Comuni, già facenti parte sia del Tirolo storico, che della Provincia di Trento. L’esito ci soddisfa. Pur non potendo competere in bellezze naturali e in ricchezza con la Perla delle Dolomiti, sul piano storico a Pedemonte, Magasa e Valvestino devono essere riconosciuti gli stessi diritti». 


Soddisfatto anche il sindaco Roberto Carotta. Diverso il parere di Emilio Leoni, da oltre 20 anni sindaco del contiguo comune di Lastebasse. «Passare in Trentino? Non ci penso per nulla - esclama - primo, per ragioni storiche, visto che siamo sempre rimasti, dal 1404 al 1797, una piccola propaggine della Repubblica Serenissima, e, poi del Regno d’Italia. Secondo: se passassimo in Trentino, non fruiremmo più dei fondi di Comune di confine, 500 mila euro l’anno, e di quelli di area vasta. Sarebbe quindi una scelta suicida». 

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